Il CICAP Fest dell’equità

Il CICAP Fest dell’equità

Sabato 4 giugno
La scienza del mondo che verrà sarà più equa? L’uguaglianza era uno dei temi ai quali aveva accennato il presidente del CICAP Sergio Della Sala durante l’apertura ufficiale della quinta edizione del CICAP Fest: il titolo di quest’anno, “La scienza del mondo che verrà“, non vuole semplicemente immaginare possibili futuri, ma capire come oggi la scienza possa contribuire a costruire un futuro migliore. E questo sarà possibile anche affrontando le discriminazioni di genere che riguardano il settore della ricerca scientifica e il CICAP Fest ha dedicato due appuntamenti a questo tema, nella mattinata di sabato.
Il primo ha visto protagoniste due giovani ricercatrici, Silvia Sironi e Carlotta Jarach, attive non solo nel “fare scienza”, ma anche nel raccontarla prestando particolare attenzione alla presenza e alla visibilità delle donne nella scienza. Sironi con l’associazione 'She is a scientist’, con attività indirizzate soprattutto a ricercatrici e ricercatori, Jarach con 'Mada Advances, la Scienza al femminile’ che organizza molte attività nelle scuole.
La visibilità delle scienziate non è solo una questione di riconoscimento, spesso sottovalutato e nascosto, dell’importante lavoro fatto da ricercatrici, ma anche di “modelli di riferimento”, di figure che possano ispirare e motivare i e le giovani. Sironi, ricordando la sua storia personale, ha avuto un inconsapevole modello di riferimento in famiglia, con la madre biologa, ma per molti altri questi esempi mancano. O sono presentati in maniera troppo idealizzata, di figure geniali e irraggiungibili: per questo, ha aggiunto Jarach, uno dei progetti di Mada Advances è la rubrica “donne nella scienza” in cui si raccontano figure ordinarie.
Un tema sollevato anche durante il secondo incontro della mattinata dedicato alla parità di genere, con Tiziana Catarci, professoressa alla Sapienza di Roma, confrontando Hedy Lamarr e Dina Katabi. La prima, grande attrice e inventrice – le si deve un brevetto alla base delle reti wireless –, è «troppo perfetta per essere un modello, scoraggia perché irraggiungibile». La seconda, che in pochi conoscono, è professoressa al Massachusetts Institute of Technology e ha raggiunto importanti risultati scientifici, ma è una persona normale e forse dovremmo raccontare più spesso figure come Katabi piuttosto che come Lamarr.
Catarci si è soffermata soprattutto sulle trasformazioni sociali portate dalle innovazioni tecnologiche, in particolare l’intelligenza artificiale e gli algoritmi di apprendimento automatico. Che, di fatto, generalizzano le informazioni disponibili: il rischio che il cosiddetto 'machine learning’ impari anche pregiudizi, tra cui quelli di genere, è altissimo dal momento che nel settore dell’informatica c’è una forte maggioranza maschile. «La discriminazione di genere va affrontata e risolta prima che l’intelligenza artificiale la renda catastrofica» ha affermato Catarci.
Tornando al primo incontro, Sironi ha precisato che la forte presenza di uomini, soprattutto nelle posizioni di potere, è terreno fertile per molestie sessuali o comunque per creare un ambiente di lavoro ostile alle donne. Purtroppo, se una frode scientifica può portare alla fine della carriera di uno scienziato, casi di molestie vengono più facilmente tollerati.
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